Una nuova musica è nell’aria, Soundreef

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Musica Soundreef

Una nuova musica è nell’aria, Soundreef


Pare che il monopolio della SIAE stia volgendo al termine, una startup italo britannica ha ben pensato di invadere il mercato dei diritti della musica, riuscendo già a fare breccia nei cuori di Fedez e Gigi D’Alessio. Il fondatore di Soundreef, l’italiano Davide D’Atri, qualche anno fa è sbarcato a Londra con la sua startup e poi nel 2015 è ritornato in Italia con un investimento di 3,5 milioni di euro da parte di Vamn Investments e di LVenture Group, che ne ha acquisito la divisione londinese. Soundreef è così suddivisa:
  • ·         Londra controlla la gestione dei diritti;
  • ·         l’Italia la parte tecnologica.

Soundreef lavora proponendo accordi one-to-one (credo sia il suo punto di forza), in attesa che l’Italia liberalizzi il mercato della raccolta dei diritti d’autore, recependo la direttiva europea 26 del 2014.

Questo è uno stralcio dell’intervista di Davide D’Atri rilasciata a Wired:
Abbiamo deciso di partire perché negli ultimi dodici mesi si sono iscritti a Soundreef 9mila autori italiani, il 12% degli iscritti alla Siae. È un numero impressionante. Abbiamo capito che ciò che stiamo facendo è di grande interesse sul mercato italiano e per gli autori, che al momento non godono dei servizi che vogliono.

Fedez e Davide D'Atri
Davide D'Atri e Fedez

Soundreef ha intenzione di fare sul serio dal primo gennaio 2017, puntando anche alla raccolta del resto dei diritti d’autore in campo musicale: ossia radio, televisione, internet e fonomeccanico (la stampa dei dischi).
Altri nomi noti oltre a Fedez e Gigi D’Alessio saranno annunciati a fine anno e questo ci fa capire l’interesse che sta riscuotendo nel mondo discografico.
Sicuramente un problema per Soundreef potrebbe essere quello del controllo del territorio, fatto dai tanti piccoli negozi, ristoranti o bar, dove vi è la necessità di reclutare ispettori, ma nella sua intervista a Wired, D’Atri ha chiarito fin da subito che è un qualcosa che un soggetto straniero come Soundreef non può colmare e che quindi per queste piccole utilizzazioni la SIAE non andrebbe sostituita, anzi dovrebbe essere un alleato.



Ma focalizziamoci sul vero obiettivo di Soundreef, ovvero ottenere la quota di mercato più cospicua, quella rappresentata dalla tv e dal fonomeccanico, settori sicuramente più redditizi e più semplici da controllare. Infatti la radio e la televisione costituiscono il 30% del mercato con 20 utilizzatori, broadcaster televisivi e emittenti private, mentre nel fonomeccanico ci sono 3-4 major più altre due/tre etichette. Internet vale poco ed è in mano a Spotify, Deezer e altre piattaforme simili. I concerti invece sono in mano a 4-5 utilizzatori.


Ma come funziona Soundreef?


Soundreef SIAE
Soundreef utilizza un software che ascolta contemporaneamente migliaia di brani, riconosce il brano già da poche note e individua se appartiene a un’artista che fa parte del loro circuito e in tal caso lo registra. La strat up ha dichiarato che è in grado di dare le statistiche al massimo dopo 7 giorni, specificando il programma in cui è stato passato, la durata e quanto ha guadagnato l’artista. Paga inoltre le royalty entro novanta giorni dal live, sia per il nazionale, sia per l’internazionale. L’iscrizione è gratuita e per uscire basta un preavviso di 60 giorni.
Invece la SIAE impone una quota di iscrizione base di 250 euro e un regime di esclusiva che impedisce agli autori di disporre gratuitamente delle proprie opere, anche se a scopi benefici. Ha contratti forfettari con le grandi emittenti, facendosi pagare somme indicative dei volumi di passaggio di autori ed editori.
Ma nonostante questa diatriba nata con la SIAE, Davide D’Atri sottolinea una cosa molto importante:
“Si è pensato che noi perorassimo la liberalizzazione selvaggia, ma l’abolizione completa della Siae non ci è mai passata per la testa. È un’istituzione che dura da oltre 100 anni, ma questo non significa che non la puoi pungolare. Non sono d’accordo con la politica che la vuole difendere senza pungolarla, senza guardare agli interessi di autori ed editori che devono avere un servizio migliore”.

 In conclusione, assisteremo a una bella sfida vedremo chi la spunterà nelle Battle.

Fonti: Wired, Lettera 43

Video Presentazione Fedez con Soundreef


 

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